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Video News del 29/03/2013
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Morta per una ferita alla testa. Ieri l'autopsia su Anna Maria Gandolfi
Una sola ferita al cranio, nella parte anteriore sinistra, avrebbe provocato la morte di Anna Maria Gandolfi, la donna di 57 anni affetta da gravi problemi psichiatrici, trovata morta mercoledì mattina dopo un litigio con il marito Amedeo Belli, nell'abitazione a Grotte al confine tra Porto Recanati e Loreto.
Si è svolta ieri pomeriggio all'ospedale di Civitanova l'autopsia sul corpo della donna, condotta dal medico legale nominato dal pm Cristina Polenzani, Loredana Buscemi.
La larga ferita sarebbe stata provocata dalla spinta contro lo spigolo di un tavolo. Il perito effettuerà un sopralluogo nella casa della vittima per chiarire cosa possa aver provocato la ferita. Il corpo non presenterebbe altri segni di violenza esterna, salvo una lesione alla bocca, e il medico legale si è riservata di compiere approfondimenti su altre parti anatomiche prima di depositare le proprie conclusioni.
Paolo Giustozzi, l'avvocato di Amedeo Belli che ora è in carcere a Montacuto con l'accusa di omicidio preterintenzionale, ha parlato di “un momento di rabbia e una spinta, ma dietro quel gesto - ha spiegato l'avvocato - c'è un dramma familiare lungo vent'anni. Gravi problemi legati alla condizione psichica della vittima, da ultimo appesantiti dalle difficoltà economiche della famiglia". “Il processo - ha infine affermato il legale di Belli - è solo parte di una tragedia immane: Belli è un uomo distrutto. Nonostante vivessero ormai separati non ha mai smesso di prendersi cura della moglie”.